Poeti e scrittori arabo-siculi in età normanna. di Tommaso Aiello

Cupola di San Giovanni degli Eremiti - Palermo

Cupola di San Giovanni degli Eremiti -Palermo

La posizione strategico-militare della Sicilia nel Mediterraneo è tanto un fatto permanente e geografico quanto una “variabile” che si attiva a seconda di quali siano i poteri e le forme economiche agenti sull’isola nei secoli.Ad esempio,per Genserico,re dei Vandali e padrone sia dell’isola,dell’odierna Tunisia e della Spagna meridionale,la Sicilia aveva una straordinaria importanza,poiché gli consentiva di dettare la sua legge commerciale a tutto il Mediterraneo,e di imporsi anche al Papa:mentre né i Goti,suoi successori,né l’impero Bizantino reintrodotto da Belisario,videro nell’isola più di una provincia periferica,da sfruttare.Solo l’avvento della dinastia Fatimita in Ifriqiya(odierna Tunisia)valse a ricreare una situazione favorevole ad uno sviluppo della Sicilia nel quadro di una dinamica politica mediterranea del mondo islamico.Nei due secoli e mezzo di dominazione in Sicilia gli Arabi operarono una vera rigenerazione economico-sociale;ottima base che i saggi re normanni vollero raccogliere ed incrementare,cercando con ogni sforzo di riportare l’isola al periodo aureo dei loro predecessori musulmani.Popolazione e cultura araba rimasero così per buona parte ancora musulmana;scrittori e poeti favorevoli ai nuovi conquistatori rimasero a corte:il geografo Abu Abd Allah Mohamed Edrisi fu incoraggiato ed aiutato dallo stesso Re Ruggero II a proseguire i suoi studi per la compilazione di una carta geografica del mondo fino allora conosciuto e del libro ad illustrazione di questa che fu terminato solo nel 1165;dedicato al Re e conosciuto come “ Il libro di Re Ruggero” ma il cui titolo arabo era esattamente: “Ricreazione di colui che vuole percorrere i paesi”.I fenomeni culturali sono molto importanti perché consentono di penetrare nel cuore stesso della vita di un popolo;anzi attestano l’esistenza di un popolo come quello “arabo-siciliano”.

La torre campanaria della chiesa della Martorana-Palermo

La torre campanaria della chiesa della Martorana-Palermo

Fenomeni culturali che riguardano il diritto,la storiografia,il teatro,la geografia e la poesia.Ma il fenomeno culturale più importante nella Sicilia arabo-normanna fu

Sicuramente la poesia,non indegna di stare alla pari con quella andalusa,con quella baghdadina o quella tradizionale della penisola arabica.I grandi poeti della Sicilia arabo-normanna,e diciamo arabo-normanna perché essi compaiono quando la catastrofe dell’Islam politico siciliano sta per compiersi,o si è appena compiuta,sono Mohammad Ibn Hamdis,da Noto;Abderrahman,da Butera;l’altro Abderrahman Al-Itrabanisi,da Trapani;Yahya Ibn Al-Katani(=figlio del catanese) e pochi altri-si contano sulla punta delle dita.Ibn Hamdis è il più grande di tutti,forse perché la lunga vita e la molteplicità delle esperienze di esilio gli consentirono di affinare la sua arte,di Palermo scrisse: <<Città grandissima,bellissima!Arce tra le roccaforti e perla tra le costellazioni,neanche tutta la nerezza dei Rumì può toglierti il tuo magico splendore di rosa>> e della sua Noto: <<Oh,custodisca Iddio una casa in Noto e fluiscano su di lei le rigogliose nuvole!Ogni ora,io me la raffiguro nel pensiero,e verso per gocce di scorrenti lacrime>>. E della Sicilia araba:<<Un paese cui la colomba prestò il suo collare e il pavone vestì del manto screziato delle sue penne la terra ove germoglia la pianta dell’onore ove nelle sedi dell’amore,il profumo del suolo imbalsama anche l’aria:bella quella terra popolata e colta,belle di lei anche le tracce e le rovine>>.E il finale,accorato appello:<<Cara patria!Se vi vien meno l’aria di lei i vostri affetti andran dispersi per la terra i paesi degli altri non sono il vostro paese la cui sola vicinanza nutriva il vostro spirito.Può una terra altrui tenere luogo della nostra?Amico,che ho congiunto a me di strettissimo affetto come la seconda pioggia primaverile è legata alla prima tienti stretto alla patria,il tuo diletto paese e guardati mai dal provare il sapore dell’esilio>>.Abd-Ar-Rahman il trapanese,invece ,è un gaudente e un edonista:il suo inno alla bellezza dedicato alla Favara di Maredolce,uno dei luoghi regali di Palermo,è un piccolo classico.

Palermo-Castello di Favara-Maredolce. Stampa ottocentesca.

Palermo-Castello di Favara-Maredolce.Stampa ottocentesca.

Egli dice:<<Favara dal duplice lago,ogni desiderio in tè assommi:vista soave e spettacolo mirabile>>.E poi ancora:<<Dove i due laghi s’incontrano,ivi l’amore si accampa e sui tuoi canali pianta le tende>>.Gli stessi alberi sembrano partecipi di questo languore amoroso:<<Gli aranci superbi dell’isoletta sembrano fuoco ardente sui rami di smeraldo:Il limone sembra avere il pallore di un amante che ha passato tutta la notte dolendosi per l’angoscia della lontananza>>.E conclude con le palme,simbolo del potere reale:<<Palme dei due laghi di Palermo possiate essere abbeverate da continuo flusso di pioggia!Possiate godere sorte felice,e attingere ogni desiderio e dormano sotto di voi le avverse vicende.Sicchè,prosperando,offriate riparo agli amanti sotto le sicure ombre vostre ove vige inviolato l’amore>>.

Riportiamo ancora questi bellissimi versi di Abu’l Hasan Ibn Abd-Ar-Rahman:

<<Godi degli aranci che hai colti,la loro presenza è presenza di felicità;benvenute le guaine dei rami,benvenute le stelle degli alberi!Si direbbe che il fuoco abbia piovuto oro puro,e la terra ne abbia foggiato sfere lucenti>>.

L'albero dai frutti d'oro:l'arancio

L'albero dai frutti d'oro:l'arancio.

Vi furono tra gli uomini di cultura quelli che preferirono l’esilio all’ossequio verso i nuovi conquistatori.Tra questi ci fu il geografo e viaggiatore Ibn Giubair.Questi,benchè ostile ai Normanni,visitò la Sicilia all’epoca di Guglielmo il buono ed il quadretto che ci fa della Palermo di allora è così delizioso che vale la pena di trascriverlo così come lo riporta il Gabrieli:<<La letteratura Araba>>,Ed.Sansoni,Milano ,1967. <<Tra le più mirabili opere degli infedeli che lì visitammo,è una chiesa detta dell’Antiocheno.Noi la vedemmo il giorno di Natale(1184)che per loro è giorno di festa e vi erano convenuti uomini e donne.La sua struttura è indescrivibile,certo uno dei più mirabili edifici ornati del mondo.Le mura interne sono tutte d’oro,con lastre di marmo colorato mai visto di simile,tutte incrostate di mosaici d’oro coronate di alberi verdi a mosaico.In alto si aprono in bell’ordine finestrelle di vetro dorato,che abbaglian la vista con i loro raggi e gettan la seduzione negli animi>>…..<<.Il costume delle donne cristiane in questa città è lo stesso delle donne dei musulmani;di pronta facondia,avvolte in drappi e veli,uscivano per la festa suddetta,vestite in abiti di seta trapunta d’oro,abbigliate di splendidi drappi,velate con veli a colori,e calzate di scarpette colorate>>…

Palazzo reale -Cappella Palatina - Palermo

Palazzo reale- Cappella Palatina - Palermo

<<L’elevato tenore di vita è ancor più evidente a Palermo,che è ancora quella descritta da Edrisi all’epoca di Ruggero II,nonno di Guglielmo:Palermo è la più superba metropoli del mondo……Città dalle cinquecento moschee e dai trecento minareti,è centro d’incontro commerciale e culturale tra Oriente ed Occidente.>>Il Gabrieli afferma nella sua opera che i più bei versi dei poeti arao-siculi non furono del periodo politico di dominazione musulmana,ma proprio degli anni normanni.Certo si è che il dolore dell’emigrazione o forse della deportazione,deve avere agito molto sulla aulica ispirazione di alcuni di questi poeti,facenti parte di quel gruppo di dignitari e segretari dei principi kalbiti della dinastia emirale di Palermo.Canta in questi poeti arabi di Sicilia,l’accorata nostalgia per la patria perduta. L’Isola che per due secoli e mezzo aveva accolto i loro avi e tutto un tesoro di opere e di innovazioni a quel tempo prestigiose per le scienze e per l’arte,per l’agricoltura e il commercio.

Monreale-Navata sinistra del Duomo.

Monreale-Navata sinistra del Duomo.

Un tesoro oggi solo im parte conosciuto ma che a suo tempo aveva potuto cementare il legame tra Oriente ed Occidente in un ambiente ideale.Fu tra il 1019 ed il 1020 che i siciliani,agli incitamenti di rivolta di Gafar risposero negativamente,dicendo quanto riferisce An Nuwairi:<<Siamo legati da parentele con loro(i Musulmani)e mescolati,così da essere divenuti come una gente sola>>.

Informazioni su tommasoaiello

Docente di Letteratura Italiana e Storia in pensione. Studioso di storia locale,tradizioni popolari,etnologia,archelogia. Fotoamatore UIF e FIAF
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9 risposte a Poeti e scrittori arabo-siculi in età normanna. di Tommaso Aiello

  1. Nunzio Misseri ha detto:

    Che bei colori,questa è arte!!Thanks Tommy.

  2. Stefania Longo ha detto:

    E’ uno splendore.In mezzo a tanta decadenza…ci si consola con delle storiche bellezze della nostra Italia.Sottolineo Italia con tanto orgoglio nonostante tutto.

    • Tommaso Aiello ha detto:

      Cara Stefania,io amo tantissimo l’Italia e mi sento italiano.Vorrei che una parte di questa Italia,zoticona,ignorante ed egoista riconoscesse il nostro essere storico.

  3. Nicola La Fata ha detto:

    Grazie sempre caro Tommaso per la tua sollecitazione a seguire il tuo blog.Molto interessante e istruttivo.

  4. Francesca Stabile ha detto:

    Bellissimo.

  5. Mario Cannizzo ha detto:

    Figli di una cultura millenaria….e ora…!

  6. Mirko Formica ha detto:

    Complimenti per il tuo blog.

  7. Paolo e Concetta Rizzo ha detto:

    Meraviglie di Sicilia.

  8. Enzo Palazzolo ha detto:

    Teneri i versi di Ramahan sugli aranci ! quanti fra i nostri “istruiti” li conoscono ?
    Alle medie una insegnante di lettere me ne aveva letta qualcuna poi ………………….. vuoto e assoluta dimenticanza !
    Graze per il dolce ricordo

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