Quale percorso il Lionismo italiano deve seguire per giungere finalmente a quella compiutezza cui tendiamo? di Tommaso Aiello

E’ un dibattito, o se si vuole un tormento, che dura da sempre e che sempre continuerà perché risponde alla reale esigenza di ciascun Lion di sapere verso quali mete lo conduce il suo cammino. Allora il Lion si mette ad osservare attentamente la strada che sta percorrendo, il selciato, i bordi, l’andamento rettilineo sinuoso, la pendenza faticosa delle salite, i baratri che spesso la delimitano, i segnali sempre più frequenti di lavori in corso. Continua a leggere

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Sicilia, l’ isola tra mito e realtà- Le risorse culturali:i mestieri artigianali del ‘ 900

Nell’ambito del più vasto e complesso Tema di Studio Distrettuale, si inserisce perfettamente uno dei temi dei comitati di lavoro: Antiche arti e mestieri della tradizione siciliana, ed è per questo che ho voluto dare un contributo, data la lunga esperienza nello studio del settore culturale, a questo tema che sicuramente coinvolgerà , speriamo, tantissimi club del nostro Distretto. Continua a leggere

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Renato Guttuso,uno dei più grandi pittori italiani. Seconda parte. di Tommaso Aiello

L’Associazione Archivi Guttuso, nata per promuovere la conoscenza dell’opera di Guttuso e la sua catalogazione, ha sede nello studio del Pittore a Palazzo del Grillo a Roma ed è l’istituzione che ha la rappresentanza legale dell’Artista, per la difesa dell’opera e della memoria. L’esigenza, sempre più pressante dopo la morte dell’Artista, di fornire agli studiosi e al mercato la possibilità di verificare l’autenticità delle opere di Guttuso ha spinto gli Archivi Guttuso ad impegnarsi attivamente in questo campo nonché nell’archiviazione del materiale prodotto dall’Artista: quadri, disegni, grafica, ma anche scritti, materiale fotografico e documenti.

La Vucciria

La Vucciria

La costante attività di archiviazione ha prodotto, oltre ad una sensibile diminuzione della falsificazione delle opere di Guttuso, la pubblicazione di importanti volumi che raccolgono le opere e le testimonianze dell’Artista scomparso. Tra queste il IV volume del Catalogo Generale dei dipinti, relizzato in collaborazione con Enrico Crispolti, quello che raccoglie le opere realizzate per le scenografie musicali, i cataloghi delle più importanti mostre in collaborazione con i musei italiani ed esteri, fino al volume Renato Guttuso Scritti, Bompiani, 2013 e alla riflessione di Mons. Crispino Valenziano contenuta nel volume Guttuso credeva di non credere Casa Editrice Vaticana, 2013.

Itinerari Guttusiani

La Vucciria di Renato Guttuso, il celebre quadro dedicato al mercato palermitano, diventa un’opera sonora per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta ispirata al testo di Andrea Camilleri dedicato al dipinto. L’opera dal titolo Il quadro nero, ovvero La Vucciria, il grande silenzio palermitano andrà in scena, il 7 febbraio, al Teatro Massimo di Palermo. L’opera, ideata dagli Archivi Guttuso con la collaborazione di Dario Oliveri, si inserisce negli Itinerari Guttusiani, un percorso della memoria, dedicato all’artista, finanziato con il PO FESR SICILIA 2007, che mette in rete la Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo, il Museo Guttuso di Bagheria, gli Amici della Musica di Palermo, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Vittorio Emanuele di Messina, il Museo Antonino Uccello di Palazzolo Acreide.

Guttuso Ritratti e autoritratti

Bagheria, Museo Guttuso, Villa Cattolica

18 Aprile – 21 giugno2015

Mostra a cura di Fabio Carapezza Guttuso  e   Dora Favatella Lo Cascio

Comunicato Stampa

Posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica

Ulteriori informazioni ed immagini: www.studioesseci.net

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Renato Guttuso: uno dei più grandi pittori italiani di Tommaso Aiello

renato-guttuso

renato-guttuso

Quando a trent’anni vinse il premio Bergamo con il dipinto della Crocifissione, vi fu una   protesta del vescovo Adriano Bernareggi contro “questo sconcio anticristiano” che l’ “Osservatore Romano della Domenica” chiamò, in un corsivo: ” un oltraggio”. Il quadro che più tardi conservò nella casa romana e che ora è alla Galleria Nazionale d’Arte noderna e contemporanea nulla ha di irriguardoso. Fu un doloroso errore che allontanò l’artista,dalla pratica religiosa, recuperata solo, ma con commovente intensità, negli ultimi anni di vita. Continua a leggere

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I luoghi della natura(seconda parte) di Tommaso Aiello

Apprendo con grande piacere che a Palermo alcuni club affronteranno proprio questa tematica  e faccio loro gli auguri di grande successo. Io,  nel mio piccolo, col mio blog(che non a caso porta il sottotitolo”Sicilia-Terra di culture”),quello importantissimo dei Lions, quello di Palermo dei Vespri “Il Vesprino”, quello di Siracusa “Heritage”, cerco di contribuire allo sviluppo di questo settore ed anche se la mia è una voce quasi isolata, “io ci credo” ed ecco che per questo mese ho scelto come tema: I luoghi della natura, presentandovi le “aree nturali protette” della nostra Sicilia. Diciamo subito che numerose sono le aree protette, ma nessuna elevata a parco nazionale e solo quattro i parchi regionali: Etna, Madonie, Nebrodi e area fluviale dell’Alcàntara e ci chiediamo a questo punto cosa ha fatto l’Assessorato competente in tanti anni di autonomia regionale per cambiare questa situazione che ci penalizza enormemente? Comunque, le moltissime riserve naturali regionali salvaguardano ambienti fra i più diversi, rappresentativi della varietà naturale che caratterizza la Sicilia. Si va dalle aste fluviali alle zone umide costiere e alle coste rocciose, dalle isole alle zone montane di varia tipologia, dalle zone boschive alle emergenze geologiche e grotte. Non mancano infine le riserve marine, che salvaguardano uno dei beni più preziosi della Sicilia: il mare con il suo meraviglioso ecosistema. E cominciamo con i quattro parchi, ognuno dei quali meriterebbe una più lunga ed approfondita trattazione, ma esula da questo lavoro di oggi che vuole essere uno stimolo per ognuno di noi a fare una più vasta ricerca.

Parco regionale dell’Etna:

Ha una superficie di 58.085 ha ed è stato istituito nel 1987. Questo parco tutela una regione vulcanica di grandissimo interesse, oltre che per il vulcano, per la presenza di una enorme varietà di specie vegetali. Seguendo una progressione sorprendente, man mano che si sale  si passa dalla macchia mediterranea delle zone più basse a tutta una serie di forme montane(betulle,  pini neri, faggi, castagni). Il parco ospita anche piante rare quali la ginestra dell’Etna e l’astragalo, oltre a numerosi rapaci.

Parco regionale delle Madonie:

Ha una superficie di 39.941 ha ed è stato istituito nel 1989. Il parco si estende alle spalle di Cefalù in una vasta area montana calcarea con presenza di fenomeni carsici. La vetta più alta è Pizzo Carbonara con 1979 m. Di particolare interesse naturalistico sono le estese faggete, oltre alla prateria d’alta quota e ai boschi di frassini e querce, al raro abete dei Nebrodi e al bosco di agrifogli giganti di Piano Pomo, al frassino della manna e alla farfalla Parnassius Apollo.

 

Parco regionale dei Nebrodi:

E’ il più esteso dei parchi avendo una superficie di 85.537 ha. Ed è stato istituito nel 1993.Questo parco è ricco di foreste di querce, cerri e faggi e di pascoli d’alta quota e comprende la zona di rilievi arenaveo-argillosi(Monte Soro, 1850 m.) estesa nella parte nord dell’isola fra i Peloritani e le Madonie. Il nome deriva dal greco “nebros”, che significa “capriolo”, a testimonianza dell’antica ricchezza faunistica dell’area; vi si trovano pure i cavalli “sanfratellani” e, fra le specie endemiche,”la genista aristata” dai fiori gialli.

Ed infine il quarto parco:

Parco regionale fluviale del fiume Alcàntara:

ha una superficie di 1927,48 ha. Ed è stato istituito nel 2001. L’area protetta riguarda lo spettacolare canyon scavato dal fiume Alcàntara che si allunga per 50 km. Fra formazioni basaltiche modellate da eruzioni e repentini raffreddamenti.

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I luoghi della natura. di Tommaso Aiello

 

Leggendo in questi giorni l’ultimo numero di THE LION del 3 marzo, mi è tornato alla memoria che il nostro motto “WE SERVE” è nato nel 1954 proposto, dopo un concorso, dal Lion D.A.Stevenson, e mi è venuto spontaneo chiedermi se in questi 71 anni abbiamo applicato pienamente questo motto. La risposta che mi sono dato è stata immediatamente SI. Basti pensare al Sight First, al Lion Quest, agli aiuti umanitari al terzo mondo per esserne certi. Tuttavia alla luce degli ultimi avvenimenti mondiali come la distruzione di interi templi da parte di una fazione intransigente del mondo musulmano, o la distruzione parziale di beni culturali, che sono la nostra memoria, da parte di inqualificabili facinorosi tifosi di squadre di calcio, mi è sorto il dubbio che noi Lions in questo settore abbiamo operato solo saltuariamente e dire che la cultura è forse l’aspetto portante e più importante della nostra civiltà. Salvaguardare i beni culturali è un dovere di tutti noi, Lions o non Lions, perché è la nostra storia, la nostra memoria, il nostro stesso essere. E dico questo con cognizione di causa, in quanto sono ormai tre anni che tra le decine e decine di temi e di service in programma ogni anno, è mancato quasi totalmente un tema che si riferisse  specificatamente alla salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali, che non sono fini a se stessi, come ha pensato forse qualcuno, ma hanno tanti valori, non ultimi la conservazione della nostra memoria e della nostra identità. e la possibilità di sfruttarli per fini economici, perché sviluppando i diversi aspetti del turismo c’è la possibilità di dare lavoro a tanta gente(anche questo è “We Serve”), specialmente in questo periodo di crisi economica mondiale. Ci sono paesi nel mondo che vivono ormai da tanto tempo col turismo. Sapete cosa scrive sulla rivista “Gattopardo” Gaetano Miccichè, un siciliano andato via da oltre trentanni(ma porta sempre nel suo cuore la terra natia) per diventare direttore generale di Intesa S.Paolo e amministratore delegato di Banca IMI? <<La responsabilità del degrado della Sicilia non è imputabile solo alla classe politica, ma anche a tutta la classe dirigente. La Regione  dovrebbe comprendere la straordinaria combinazione di virtù dell’isola, tra collocazione geografica, bellezze naturali, tesori artistici, architettonici, archeologici, ne fanno un unicum nel mondo.

 

Taormina,particolare del teatro greco(foto Aiello)

Taormina,particolare del teatro greco(foto Aiello)

Ci sono i teatri greci, ci sono i templi, c’è Monreale, c’è Noto, c’è Piazza Armerina, c’è Taormina, c’è Siracusa , c’è Enna, c’è Agrigento, c’è Palermo……….Beni preziosi agli occhi di un mondo che ha sempre più voglia di viaggiare e con una nuova middle-class che considera il turismo come il proprio consumo più ambito: la Sicilia potrebbe primeggiare >>.

Siracusa Palazzo Beneventano

Siracusa Palazzo Beneventano

E questo per dare tanto, ma tanto lavoro ai giovani, di cui una parte a ancora a 30 anni continua a vegetare nella propria famiglia e una parte che decide di darsi alla delinquenza. E noi Lions cosa abbiamo fatto per indirizzare in questa direzione chi è preposto a farlo istituzionalmente? Pochino, davvero pochino se si toglie il grande impegno di qualche Governatore nel decennio precedente. Anche questo sarebbe “We serve”, perché saremmo utili a un’intera società che è la nostra e dei nostri figli.

Io, nel mio piccolo, con questo mio blog(che non a caso porta il sottotitolo “Sicilia-Terra di culture”), quello dei Lions, quello di Palermo dei Vespri, quello di Siracusa “Heritage”, cerco di contribuire allo sviluppo di questo settore, ma la mia è una voce quasi isolata. Ma io ci credo ed ecco che per questo mese ho scelto come tema: I luoghi della natura, presentandovi le “aree naturali protette” della nostra Sicilia.

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Sicilia, terra di sapori oltre che di cultura: Il vino(seconda parte) di T.Aiello

Tuttavia da qualche tempo la Sicilia non è nota soltanto per i vini dolci: fra le suggestioni di splendidi bagli e masserie, l’Isola può vantare moderni impianti a vigneto che prosperano nelle sue terre ubertose, in un microclima straordinariamente favorevole. In passato, invece, la gran parte della produzione vinicola, rivolta alla quantità e non alla qualità, era di gradazione eccessivamente elevata, più adatta al taglio che alla degustazione.   Continua a leggere

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